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Cos’è la consapevolezza?

Febbraio 20, 2020 | | Crescita personale

Parlare di Consapevolezza è molto difficile. Il concetto in sè, infatti, è inesprimibile tramite le parole ed è incomprensibile tramite l’intelletto. La definizione comune, condivisa da un pò tutte le filosofie, è quella di: “prestare attenzione, non giudicante, al momento presente, al qui ed ora.” Questo possiamo dire, che dice tutto e non dice niente. Come possiamo allora comprendere la natura della Consapevolezza?
Proveremo adesso, a dare delle pennellate su una tela, così che osservando la tela da lontano, possa infine mostrare il quadro complessivo. Resta il fatto che la Consapevolezza può essere compresa solo individualmente, attraverso la pratica costante, in ogni istante, della propria quotidianeità.


“Nel momento in cui inizi a osservare la parte di te che pensa, si attiva un livello superiore di consapevolezza. Allora comprendi che esiste un vasto regno di intelligenza oltre il pensiero e che quest’ultimo ne è solo un aspetto minore. Comprendi anche che le cose che contano davvero (la bellezza, l’amore, la creatività, la gioia, la pace interiore) sorgono al di là della mente. E inizi a risvegliarti.“

(Eckhart Tolle)

 
La Consapevolezza è uno stato, che può essere raggiunto praticando varie tecniche, la principale per lo Zen è la meditazione

(Zazen)


Essere consapevoli significa “osservare”, tutto quello che è in noi o al di fuori di noi, senza “giudicare“, cioè senza ricorrere alla razionalità. Il pensiero razionale “filtra”, discrimina, divide, modifica le cose e ci conduce lontano dalla realtà, ovvero nel nostro passato, fatto di ricordi o nel nostro futuro, fatto di immaginazione. Il pensiero razionale non risiede mai nel qui ed ora.
Nella pratica, cioè in meditazione, lentamente si lasciano andare il corpo, la mente e la nostra natura egoica, di conseguenza si attenuano le percezioni, le sensazioni, le emozioni, il pensiero razionale.Paradossalmente qualcuno la definisce una sorta di “esperienza della morte”. Ma qui il termine morte, vero e proprio tabù per l’occidentale (Non toccate ferro o altro…  ), è improprio. Nelle filosofie orientali, questo concetto non esprime, come da noi, tutto l’orrore della fine della vita terrena, bensì un inizio, una meravigliosa occasione di cambiamento.“Sorella morte”, la grande “Trasformatrice”, che conduce ad una condizione di vita differente, di elevato valore mistico e spirituale.


Eliminare, tramite la pratica meditativa, queste “sovrastrutture” mentali, fisiche, egoiche, conduce sempre più in se stessi, nel proprio “Vero Sè”. Quello che Nisargadatta Maharj e Ramana Maharshi definivano Coscienza dell’Essere o conoscenza dell’«Io Sono». Questa è la Consapevolezza del Sè. I cristiani la chiamano “Cristo interiore”, gli indu “Atman“, i buddisti “natura-Buddha“.

Uno dei simboli più conosciuti dello Zen è il cerchio Ensō (円相). Questo simbolo rappresenta, in un certo senso, il processo che avviene in meditazione: lo sforzo e la determinazione, per il raggiungimento del “centro” del cerchio. Ma cosa significa?
La parte esterna del cerchio rappresenta la vita, fatta di movimento continuo, di caos, di rumore, di tempo, di spazio, di causalità, di impermanenza. Tutto, ogni fenomeno della realtà è destinato a mutare di continuo. Nulla resta uguale a se stesso per più di un istante. Più scendiamo in noi stessi, più lasciamo andare la nostra natura egoica. Questa si alimenta di elementi caduci: successo, potere, attaccamento, desiderio, possesso. Tutti fattori impermanenti, sottoposti alla mutevolezza del trascorrere del tempo e destinati a terminare, sparire con la vita terrena.
Raggiungere il “centro” del cerchio, significa lasciare tutto ciò e non essere più sottoposti al tempo, allo spazio ed alla causalità. Risiedere in un non-luogo, dove tutto è permanente, stabile, eterno.


Religione? Follia? Fantasia?Direi proprio di no!
Praticare la Consapevolezza nella quotidianità è molto utile, poichè conduce ad una minore “reattività” rispetto agli eventi. Ad allontanarsi dall’altalena dei pensieri ricorrenti (rimuginio), delle emozioni e dei sentimenti negativi. Dunque significa creare una “spaziosità” sempre più ampia nella propria mente, dove le problematiche della quotidianità si riducono sempre più di dimensione. Nello Zen si dice che la mente diventa un cielo azzurro infinito, dove i pensieri non sono altro che nuvole, che transitano velocemente e si dissolvono senza lasciare alcuna traccia su questo sfondo.
Questa è la Consapevolezza?Io non posso che indicartela, ma non posso insegnarti niente, posso solo “mostrati la luna col dito, poi sta a te non confonderlo con la luna”. Comincia a praticare (leggi QUI) e sperimenta in prima persona cosa sia veramente la Consapevolezza.Grazie Gassho
Sei realmente consapevole della tua esistenza?Sei disposto a lasciar andare il corpo e la mente per apprendere lo Zen?Comincia subito la pratica della meditazione per comprendere il segreto del radicamento nel “centro”.Vivere Zen significa abbandonare l’illusione e cominciare ad Essere, subito, nel Qui ed Ora.

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