CAMBIAMO STRADA. Le quindici lezioni del Coronavirus
Venerdi sera, alle 17.50, sono anch’io seduta ad uno dei tanti tavolini della piazza, con...
0By Silvia Carbogno. Published on 29 Febbraio 2020. 0
”Se quell’omino verde di Marte arrivasse e ci chiedesse di spiegarci le nostre tecniche per attuare il cambiamento umano, e se glielo dicessimo, non si gratterebbe la testa (o il suo equivalente) per incredulità, e non ci chiederebbe perché siamo arrivati a teorie così complicate, astruse e inverosimili, invece di indagare prima di tutto su come il cambiamento umano avvenga in modo naturale, spontaneo e quotidiano?”
Paul Watzlawick, dal libro “Changing for good” dello Psicologo James O Prochaska.
Ci troviamo spesso a pensare di voler cambiare qualcosa della
nostra vita, per es. iniziare a fare sport, assumere abitudini
alimentari sane, comunicare in maniera assertiva, fare delle scelte in
maniera più consapevole…la lista potrebbe continuare all’infinito…
Ancora più spesso facciamo esperienza di non riuscire a mettere a fuoco da dove cominciare, oppure abbiamo difficoltà ad effettuare il primo passo. Capita di pensare che il primo comportamento di cambiamento che riusciamo a mettere in atto implichi già quel “per sempre”, “definitivo” che suggerisce il titolo, sperimentando poi, un senso di frustrazione per non essere in grado di sostenere e mantenere il nuovo comportamento.
“Changing for good” nasce dall’esigenza dell’autore di capire
quali elementi e strategie accomunano coloro che riescono a raggiungere
un obiettivo di cambiamento senza il supporto del counseling o della
terapia, e suggerisce un modello transteorico, cioè trasversale
rispetto ai vari approcci psicologi, che possa rispondere alla
necessità di una teoria generale del cambiamento.
Tale modello è composto da 6 fasi: pre-contemplazione,
contemplazione, preparazione, azione, mantenimento, conclusione.
Ciascuna fase è funzionale a quella successiva e ci permette di passare
dall’idea di spostarci da “dove siamo” , fino ad arrivare a “dove
vogliamo essere”, attraverso la messa in atto di comportamenti
consapevoli ed efficaci.
“Changing for good” è un libro di auto, che ci supporta nel
comprendere quanto sia importante, ancora prima di agire, avere chiaro
dove siamo rispetto a ciò che vogliamo raggiungere, in quale fase del
cambiamento ci troviamo, e quali siano gli strumenti più adatti a
esplorare e superare quella specifica fase, per passare poi a quella
successiva.
Nonostante sia ricco di esempi legati alle dipendenze e
alla depressione, ritengo sia molto utile, perché descrive un modello
trasversale, applicabile ad ogni situazione di cambiamento della vita
quotidiana.
Lo consiglio sia a chi desidera avere uno strumento efficace di
consapevolezza e azione, da utilizzare per motivarsi e agire un
cambiamento, sia ai counselor, per facilitare il cliente a riconoscere
la fase in cui si trova e a supportarlo utilzzando, strumenti di
intervento adeguati alla fase in cui si trova il cliente.
Un libro,
inoltre, che sottolinea l’importanza di riconoscere i nostri bisogni e
prenderci il tempo necessario affinché il cambiamento avvenga nel
rispetto di ogni fase. E ci ricorda che siamo umani, che gli errori, le
ricadute, i passi indietro, sono occasione ulteriore di monitoraggio del
processo, di valorizzazione di ciò che è stato fatto e, davvero,
strumento di auto-conoscenza e auto-consapevolezza, miglioramento e
crescita continua.
Changing for good, di James O. Prochaska, Ph.D., John C. Norcross, Ph.D., Carlo C. DiClemente, Ph.D. – HarperCollins e-books. Prima edizione 1994.
È segnalato in ArKani Segnali perché: è uno prezioso strumento di auto-aiuto e di supporto nei processi di cambiamento
È Segnalato per: tutti, operatori delle professioni d’aiuto
Ho scelto questa mia foto perché: questi frutti di agave sono il risultato di un raro e prezioso processo di crescita e cambiamento di cui sono stata testimone
Fonte: Arka Associazione